**La Strana Avventura di Goffredo, il Becchino di Teggiano**
Nella tranquilla cittadina di Teggiano, durante il Medioevo, viveva Goffredo, un becchino che era tutto fuorché ordinario. Goffredo non era solo il custode delle anime defunte, ma anche un uomo con un ingegno creativo e un cuore pieno di sogni che andavano oltre le cupe ombre del suo mestiere.
Goffredo era noto per la sua inventiva. Nonostante la sua professione, che lo portava a lavorare nei momenti più tristi della vita, lui trovava sempre un modo per colorare le sue giornate con un tocco di ironia.
Aveva costruito una bara a rotelle, che usava come carriola per trasportare non solo gli attrezzi del suo mestiere, ma anche oggetti di uso quotidiano. Gli abitanti del borgo, abituati alla sua stravaganza, non si sorprendevano più nel vederlo girare per le strade con quella bara, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Un giorno, però, Goffredo si trovò coinvolto in una situazione che avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Il castello di Teggiano stava organizzando una grande festa in onore della Principessa Costanza, famosa per la sua bellezza e il suo coraggio. Goffredo, sempre alla ricerca di un’opportunità per portare un po’ di allegria, decise di partecipare alla festa in un modo tutto suo.
Costruì una bara speciale, decorata con fiori e intarsi di legno, e la portò al castello. Ma al posto di strumenti di lavoro, dentro la bara aveva nascosto un’enorme torta che aveva preparato con l’aiuto delle donne del villaggio. La sua idea era di presentarsi alla festa e sorprendere tutti, regalando un momento di dolcezza inaspettato.
Quando Goffredo arrivò al castello, tutti gli invitati, inclusa la Principessa Costanza, lo guardarono con curiosità e un po’ di preoccupazione. Cosa stava facendo il becchino con una bara in una festa? Ma Goffredo, con il suo solito sorriso furbo, aprì la bara e svelò la torta. L’atmosfera cambiò all’istante: dalla sorpresa si passò al divertimento, e la torta divenne il centro della festa.
La Principessa Costanza, colpita dalla creatività e dall’audacia di Goffredo, lo invitò a ballare. Nessuno avrebbe mai immaginato di vedere un becchino danzare con una principessa, ma quella sera, nel castello di Teggiano, tutto sembrava possibile.
Da quel giorno, Goffredo non fu più visto solo come il becchino del borgo, ma come un uomo capace di portare luce e gioia nei luoghi più inaspettati. La sua bara-carriola divenne un simbolo di come anche le situazioni più cupe possano nascondere un cuore allegro, pronto a sorprendere chiunque con un gesto semplice e sincero. E così, la storia di Goffredo si diffuse in tutta la regione, diventando una leggenda di speranza e ingegno.
Racconto Medievale